Analisi dei mercati valutari

set 07, 2020 | Analisi del mercato valutario

Pillole giornaliere

La chiusura della scorsa settimana ha visto un dollaro rinvigorito nei confronti dell'euro grazie ai dati ottimistici sul tasso di disoccupazione e sulla crescita dei salari negli USA, sostenuto dal sell-off sulle azioni. Tuttavia, il biglietto verde ha subito un immediato ridimensionamento alla ripresa delle attività azionarie. Il sentiment sul dollaro, dopotutto, rimane ancora fragile alla luce dei bassi tassi di interesse che il mercato si aspetta per un lungo periodo.

Mancano dati economici significativi negli Stati Uniti per questa settimana, che parte con la chiusura di oggi causa Labour Day e terminerà venerdì pomeriggio con l'indice dei prezzi al consumo.

Per quanto riguarda l'Europa, gli investitori sono ancora cauti tra i crescenti casi di coronavirus e la decisione di politica monetaria della BCE di giovedì.  In realtà non ci si aspetta alcun cambiamento di indirizzo da parte della Banca centrale ma l'attenzione sarà rivolta ad eventuali indizi sulle previsioni di inflazione e commenti sull'euro forte. Dopotutto il recente passaggio della FED all'obiettivo di "inflazione media" ha aumentato l'attenzione sulla BCE e sull'eventualità di aggiustamenti simili, considerando che l'Eurozona si è mossa in deflazione per la prima volta dal 2016.

In materia di dati l'attenzione sarà concentrata sulla produzione industriale tedesca e sulla fiducia degli investitori nell'Eurozona.

Durante il fine settimana, nel Regno Unito, i timori per un no-deal sono aumentati e hanno danneggiato la sterlina. Il primo ministro britannico Boris Johnson ha fissato il 15 ottobre come termine ultimo per raggiungere l'accordo sulla Brexit altrimenti si andrà avanti senza.

Secondo il Financial Times, il Regno Unito sta pianificando una norma che annullerebbe alcune delle parti chiave dell'accordo di uscita dall'UE (per esempio in tema di aiuti di Stato e dogana nell'Irlanda del Nord). Ciò minaccia di ribaltare i colloqui commerciali con l'UE e di portare ad uno scenario di no-deal, un risultato che il primo ministro britannico Boris Johnson ritiene ancora più positivo per l'economia britannica.

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