Analisi dei mercati valutari

giu 25, 2020 | Analisi del mercato valutario

Pillole giornaliere

Le incertezze legate all'economia mondiale e le preoccupazioni relative alla situazione sanitaria hanno riportato un'avversione al rischio che, nella giornata di ieri, ha senz'altro agevolato il dollaro americano che ha ripreso vigore contro l'euro tornando in area 1.12 nonostante un indice di fiducia delle famiglie tedesche migliore del previsto  (-9,6 contro un atteso -12 e un -18,9 a giugno).

Da un punto di vista macroeconomico, oggi gli occhi saranno puntati principalmente agli Stati Uniti dove saranno pubblicati i dati su ordini di beni durevoli, indennità di disoccupazione e stime finali di crescita nel 1° trimestre.

La Germania rimane sorvegliata speciale d'Europa con un'allerta contagio nel NordReno Westfalia dove si rende obbligato un nuovo lockdown. L'Australia ha appena registrato il più alto aumento di infezioni degli ultimi due mesi. Nel Regno Unito le autorità mediche avvertono sul rischio di una seconda ondata - il Paese, nonostante ciò, si sta preparando ad introdurre un allentamento delle regole di allontanamento sociale a partire dal 4 luglio. Negli Stati Uniti invece le autorità evocano una proiezione di 180K decessi entro ottobre con un ritmo di crescita ben al di sopra delle aspettative.

Non stupisce dunque la revisione al ribasso delle previsioni di crescita dell'FMI per quest'anno e per il prossimo - contrazione nel 2020 del 4,9% (rispetto al -3,0% stimato in aprile) e rimbalzo nel 2021 del 5,4% (rispetto al 5,8% precedentemente calcolato).  Da sottolineare che la proiezione per il 2020 è meno pessimistica di quella formulata dall'OCSE la scorsa settimana (a -6% per il 2020).

A gettare sfiducia sui mercati anche l'agenzia di stampa Bloomberg che ha svelato un possibile piano fiscale doganale americano contro l'Europa che potrebbe incidere su $ 3,1 miliardi di prodotti.

In questo scenario le valute “petrolifere” sono state vittime di una correzione a causa dei prezzi del petrolio che ha perso circa il 5%. Non sono sfuggite a questo sentimento generale di incertezza le valute emergenti che hanno a loro volta subito alcuni movimenti correttivi di varia entità.  

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