Analisi dei mercati valutari

giu 24, 2020 | Analisi del mercato valutario

Pillole giornaliere

Gli indici PMI per l'UE e per gli Stati Uniti rilasciati ieri hanno mostrato dati migliori del previsto mettendo sotto pressione il dollaro USA. Questa rinnovata propensione al rischio ed il desiderio di divise più rischiose (e più remunerative) ha infatti premiato euro e sterlina a dispetto del biglietto verde.  Non hanno aiutato le parole del presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, che ha sostenuto una posizione accomodante a sostegno dell'economia statunitense, e quelle dell'immunologo capo della Casa Bianca, Anthony Fauci, sul peggioramento della situazione sanitaria negli States.

Ancora una volta è come se il mercato dimenticasse le preoccupazioni relative ad una seconda ondata di diffusione di  COVID-19 e si concentrasse esclusivamente sui segnali di ripresa che si intravedono nelle principali economie globali.

Intanto già si guarda con interesse e apprensione al 17 luglio prossimo data in cui i leader dell'UE si incontreranno a Bruxelles per discutere il pacchetto di sostegno ai Paesi membri.  Durante il meeting della scorsa settimana, i 27 leader non sono infatti riusciti a concordare il pacchetto proposto dalla Commissione mostrando che le vecchie fratture tra il blocco non sono ancora rimarginate. Il presidente francese ha però assicurato che i negoziati avanzano, il che lascia ancora spazio ad un possibile accordo in occasione del vertice europeo straordinario di luglio.

Il PMI preliminare per giugno pubblicato ieri ha dipinto un'immagine meno fosca anche per il Regno Unito. Ieri l'annuncio del Primo Ministro britannico Boris Johnson sull'allentamento del lockdown - a partire dal 4 luglio pub, ristoranti e altre attività potranno riaprire mettendo in moto i consumi e sperando in una sensibile ripresa a partire

dalla seconda metà dell'anno. Per gli investitori è la Brexit la vera scommessa per il Paese considerando che la data del 31 dicembre 2020 si avvicina e al momento non c'è nessun accordo tra le due parti e nessuna richiesta di proroga del periodo transitorio da parte UK. Questa persistente incertezza potrebbe avere un grosso impatto sugli investimenti per il 2020

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