Analisi dei mercati valutari
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apr 15, 2020 | Analisi del mercato valutario
Pillole giornaliere
Sebbene la situazione a livello globale stia migliorando, la lotta al coronavirus è tutt'altro che vinta e questa sensazione ha indubbiamente un forte impatto sulla propensione al rischio degli operatori di mercato. In un momento come questo, non aiuta ovviamente l'annuncio della Casa Bianca di tagliare i finanziamenti all'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Intanto nelle sue proiezioni di primavera, il Fondo Monetario Internazionale preannuncia per il 2020 "la peggiore recessione dalla Grande Depressione" con una contrazione della crescita complessiva del 3% per l’anno in corso. Secondo l'Organizzazione, l'Europa è il continente che sarà più colpito economicamente, stimando una contrazione del 7,5%. Segue il Regno Unito dove la contrazione dovrebbe attestarsi al -6,5%. Non sorprende che l'Italia (-9,1%) e la Spagna (-8,0%) pagheranno un prezzo più alto di Francia (-7,2%) e Germania (-7,0%) . Negli Stati Uniti, la contrazione dovrebbe avvicinarsi al -6% mentre in Giappone sarà intorno al -5%. Si tratta di previsioni da prendere con cautela dal momento che sono state definite supponendo una fine dell’emergenza santaria entro giugno. In assenza di cure o vaccini, incombe infatti lo spettro di una seconda ondata di diffusione del Covid-19GBP
Dopo il crollo dello scorso mese, la sterlina ha messo in atto un forte rimbalzo nelle ultime settimane. Nonostante tutto, l’FMI disegna un quadro cupo per il Regno Unito e l’impatto economico della diffusione del virus si sta già avvertendo. Inoltre se il tasso di infezione dovesse continuare ad aumentare, sarà difficile per il governo allentare le restrizioni, aggravando quindi le proiezioni economiche. A parte questa crisi, si abbatte sul Paese anche l’incertezza sulla Brexit con il rischio che possa essere necessaria una nuova proroga del periodo di transizione – ciò eserciterebbe una maggiore pressione per un accordo commerciale tra Regno Unito e UE prima della fine dell'anno.
USD
Negli Stati Uniti, gli annunci di ieri dei risultati trimestrali di JP Morgan e Wells Fargo sono stati molto deludenti – la loro colpa sarebbe di aver inserito a bilancio ingenti accantonamenti per le potenziali perdite su prestiti (rispettivamente di 6,8 miliardi e 4 miliardi di $). Questa decisione evidenzia una certa tensione nel mercato del credito e profila, per gli Stati Uniti, un rischio crescente di insolvenza di società le cui fonti di reddito sono state gravemente colpite dalla pandemia. Dunque se la volatilità del dollaro rimane generalmente guidata dal grado di avversione al rischio degli investitori, al momento si stanno anche monitorando quelli che potrebbero essere alcuni rischi sistemici del Paese. Per oggi l’attenzione si concentrerà su Produzione Industriale e Vendite al Dettaglio.
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